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La villa dello schermidore
La villa dello schermidore

La villa dello schermidore

Impara a perdere con onore e vincere con dignità (Edoardo Mangiarotti)

Definita dal celebre scrittore Arturo Pérez-Reverte come la disciplina mistica del vero cavaliere e dall’illustre schermidore Edoardo Mangiarotti come uno sport astratto, la scherma è una pratica che affonda le sue radici in un’epopea secolare. A differenza di molte discipline sportive moderne, la scherma non ha una data di nascita precisa, né un fondatore o una regolamentazione univoca. Almeno non agli inizi.

Questo sport però ha arricchito il nostro linguaggio con espressioni ormai comuni, come touché, e ci ha insegnato una cosa certa: a scherma non si gioca, né si pratica; si tira.

Il primo riferimento storico scritto risale al Quattrocento, quando Fiore dei Liberi scrisse il FLOS DUELLATORUM a Ferrara, un manuale che elevò la scherma a disciplina umanistica. Tuttavia, già dal Duecento, la scherma italiana era considerata la più prestigiosa in Europa. La storia continua con la pubblicazione del “DE ARTE GLADIATORIA DIMICANDI” di Filippo Vadi e si estende fino alla prima metà del Cinquecento con l’Opera Nova Chiamata Duello di Achille Marozzo. Con l’avvento delle armi da fuoco, la scherma abbandonò i campi di battaglia per diventare il mezzo principale della difesa personale e della salvaguardia dell’onore nei duelli. Durante il Medioevo, l’Italia mantenne la sua egemonia, continuando a farlo anche nel Seicento e Settecento. Questo è dimostrato da figure come Domenico Angelo Malevolti Tremamondo di Livorno, che divenne maestro di scherma per la famiglia reale britannica e fu protagonista delle tavole dedicate a questa disciplina nell’Encyclopédie di Diderot, o il maestro Gianfaldoni, che ispirò compositori come Donizetti e intellettuali come Rousseau, autore del suo epitaffio. Fu proprio Tremamondo che avviò la trasformazione della scherma in quella disciplina sportiva moderna che avrebbe vissuto tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento la sua epoca d’oro, giungendo a riunire fino a diecimila spettatori per assistere a un duello: come avvenne a Parigi nel 1922 con quello in cui si affrontarono Aldo Nadi e Lucien Gaudin, passato alla storia come la sfida del secolo.

Con la nascita delle Olimpiadi moderne, nel 1896, e la codifica della disciplina su tre diverse armi (spada, fioretto e sciabola), ecco aprirsi un’ulteriore fase, ricca di vicende e personaggi gloriosi: da Helene Mayer, unica atleta tedesca d’origine ebraica a gareggiare e salire sul podio alle Olimpiadi di Berlino 1936 al Mangiarotti, presente in cinque edizioni dei Giochi olimpici fra il 1936 e il 1960 e vincitore di tredici medaglie – all’epoca record assoluto per un singolo atleta.

Proprio per chiudere questo mio articolo troverete in mezzo alle mie fotografie l’elenco dei 10 punti che caratterizzano il perfetto schermidore che si trova all’interno del manuale Scherma, scritto dal Mangiarotti nel 1966 assieme ad Aldo Cerchiari. Questo decalogo contiene tutti quei valori etici, morali e sportivi che un tiratore deve osservare dentro e fuori dalla pedana: lealtà, fratellanza, corretto comportamento dentro e fuori dalla pedana. Ma anche non pensare di aver già vinto prima di aver messo l’ultima stoccata e non arrendersi finché l’avversario non ha fatto lo stesso.

Ma perchè vi ho raccontato questa storia?

Perchè all’interno dell’ultima villa esplorata abbiamo trovato molteplici riferimenti alla scherma, di sicuro il proprietario era un tiratore di fioretto molto particolare per le sue idee politiche, le passioni per i video osè (di cui non troverete foto però) e per le donnine ritagliate e appese ovunque in casa… insieme stranamente a Padre Pio!!

EDOARDO MANGIAROTTI | IL DECALOGO DELLO SCHERMIDORE

I   Ricordati che sei il rappresentante più nobile di tutti gli sport. Esso affratella nello stesso ideale gli schermidori di tutto il mondo

II  Pratica il tuo sport con disinteresse ed assoluta lealtà

III  Sulla pedana e fuori comportati da gentiluomo, da sportivo e da uomo sociale

IV  Non discutere di scherma se prima non hai imparato la scherma ed i suoi regolamenti

V  Impara a perdere con onore e vincere con dignità

VI  Rispetta in ogni occasione il tuo avversario, chiunque esso sia, ma cerca di superarlo in combattimento con tutte le tue energie

VII  Ricordati che fino all’ultima stoccata il tuo avversario non ha ancora vinto

VIII  Accetta serenamente una sconfitta piuttosto di approfittare di una vittoria ottenuta con l’inganno

IX  Non salire sulla pedana con armi difettose o con la bianca divisa in disordine

X   Onora, difendi e rispetta il tuo nome, il prestigio del tuo maestro, i colori della tua società, la bandiera del tuo Paese

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