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Cimitero Monumentale di Torino
Cimitero Monumentale di Torino

Cimitero Monumentale di Torino

Excuse my dust

Epitaffio sulla tomba di Dorothy Parker

Il Monumentale è un museo a cielo aperto. La “Città del silenzio” ospita personaggi celebri e numerose testimonianze d’arte. Scrittori, statisti, storici, politici, artisti, calciatori, eroi: sono numerosi i personaggi che hanno tracciato la storia e la cultura non solo della Città ma dell’intero Paese e che oggi riposano qui

Si tratta del più grande cimitero della città di Torino, tra i primi in Italia per numero di defunti (oltre 400.000). Situato a Vanchiglietta (a nord-est rispetto al centro storico), è posto a ridosso del parco Colletta, poco a monte della confluenza della Dora Riparia nel Po.

La parte antica del cimitero si sviluppa a partire dall’ingresso principale di corso Novara ed è di forma ottagonale. Essa contiene numerose tombe storiche e 12 km di porticati, arricchiti da sculture di pregio artistico, da cui il nome di “cimitero monumentale”. Nel corso degli anni vi sono stati successivi ampliamenti del corpo storico centrale in direzione del parco Colletta. Al cimitero è annesso un tempio crematorio edificato nel 1882, il secondo in Italia dopo quello di Milano (1876)

La costruzione del Monumentale fu deliberata nel 1827 dal consiglio dei decurioni, antenato del moderno consiglio comunale, in sostituzione del piccolo e vetusto cimitero di San Pietro in Vincoli. La proposta e il finanziamento dell’opera avvennero su impulso del filantropo Marchese Carlo Tancredi Falletti di Barolo, che nel 1828, con la donazione di 300.000 lire sabaude, ne permise l’acquisto del terreno e l’edificazione del primo nucleo. La prima pietra fu posata dall’allora sindaco di Torino Luigi Francesetti di Mezzenile. Il problema più rilevante da affrontare, fu l’infiltrazione d’acqua della vicina Dora Riparia, questione che fu risolta deviando il corso del fiume, e rettificandone il tracciato meandriforme, sebbene i lavori del progetto del 1889 furono eseguiti soltanto nel 1930.

Ecco alcune delle tombe che più mi hanno colpito:

MONUMENTO GEISSER

Questa tomba dell’epoca dell’ Art Nouveau si presenta con un’ampio scenario su parete semicircolare. Ques’opera scultorea in bronzo fu realizzata da Davide Calandra (1856-1915) completato nel 1908.
Raffigura in altorilievo “L’impero della morte” con l’angelo della morte a cavallo con la spada in pugno che avanza verso un gruppo di persone atterrite alle cui spalle si staglia una città (in bassorilievo).

MONUMENTO GAMBARO

Il progetto di questo monumento funebre della famiglia Gambaro, concessionaria della sepoltura, è stato ideato da Edoardo Rubino e da Giuseppe Velati Bellini. Iniziato nel 1916 per finire nel 1920. Nl progetto è stato considerato anche che era necessario erigere un monumento che formasse un giusto equilibrio con quelli intorno.
La tomba rappresenta un gruppo di tre figure in un unico blocco di marmo bianco. Delicata rappresentazione della Pietà illuminata dalla Fede.

Tra le tante tombe monumentali, risultano di particolare rilievo la Tomba Denina Sineo, la Tomba Pongiglione e la Tomba del Grande Torino, ma soprattutto l’imponente Mausoleo Tamagno. Nel cimitero monumentale di Torino riposano anche personaggi storici importanti del Novecento e della Liberazione come Primo Levi, Dante Di Nanni, Nicola Grosa, Enrico Giachino, le sorelle Arduino. E ancora nomi celebri del periodo risorgimentale come Giuseppe Barbaroux, Eusebio Bava, Benedetto Brin e Massimo D’Azeglio e nomi celebri dell’arte e della letteratura come Mario Soldati, Gaetano Alimonda, Amalia Guglielminetti, Annie Vivanti e Luigi Spazzapan.

Ma non ci sono solo personaggi famosi ovviamente, ma anche tante altre storie di persone comuni che riposano in questo cimitero. Purtroppo percorrendo i viali del cimitero monumentale però si può notare che molte tombe sono in stato di abbandono e non vengono più curate da anni. Speriamo non vengano dimenticate

Nel monumentale sono situate anche alcune zone separate come queste:

CAMPI ISRAELITICI E ACATTOLICI.
Nei secoli scorsi, gli israeliti erano, in tutta l’Europa, “tollerati” e, come tali, soggetti a pesanti restrizioni, quali l’esclusione da numerose attività, l’obbligo di risiedere in gruppi di abitazioni ad essi soli riservati (i ghetti), l’assoggettamento al coprifuoco. Isolati in vita, dovevano esserlo anche in morte e non erano ammessi negli usuali luoghi di sepoltura. In Torino, il ghetto fu, dapprima, nella via delle Rosine e, successivamente e sino al 1848, quando le restrizioni furono in parte abolite, nell’isolato compreso tra le attuali vie Principe Amedeo, San Francesco da Paola, Maria Vittoria e Bogino. Il primo cimitero riservato agli ebrei sorse nel 1551, nell’area nella quale fu poi eretto l’Arsenale Militare (ora Scuola d’Applicazione); nel 1668 fu trasferito in altra zona attigua, per consentire la costruzione dei predetto Arsenale. Distrutto nel 1706, perché l’area dovette essere adibita ad attrezzature militari nella città assediata, fu portato in via delle Rosine, sul luogo dell’antico ghetto e di qui, nel 1772, in un terreno dei Borgo Vanchiglia, ove il cimitero ebraico rimase sino al 1867, anno in cui fu istituito, presso il Cimitero Monumentale, il primo dei reparti israelitici tuttora esistenti sul viale della Consolata ed all’estremità nord-ovest dell’ottava ampliazione. Da un’analoga concezione punitiva nacque, nella seconda metà dell’Ottocento, il reparto denominato “acattolico”, al quale si accede pure dal viale della Consolata. Infatti i cimiteri di un tempo, che per tale ragione erano denominati camposanti, venivano benedetti e quindi considerati terra consacrata: secondo le cronache, il cimitero di Pisa fu realizzato, tra il tredicesimo e quindicesimo secolo, con terra raccolta nei pressi dei Santo Sepolcro e trasportata in Italia su cinquanta navi. I non cattolici erano quindi sepolti al di fuori delle chiese e dei recinti consacrati a queste attigui nell’ambito di tale principio, fu foro riservato un settore nel nuovo cimitero. Oggi il cimitero è aperto a tutti: israeliti e non cattolici hanno diritto alle stesse sepolture spettanti ai cattolici, ma i reparti riservati vengono conservati, nel rispetto di una tradizione secolare.

Testo tratto integralmente dall’opuscolo
Le Nostre Radici pubblicato nel 1986-1987-1991 dall’allora Assessorato ai Servizi Demografici della Città di Torino

Per organizzare una visita potete cliccare sul link sottostante dei servizi cimiteriali della città di Torino


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