IMMOBILE CANDIDATO AI LUOGHI DEL CUORE DEL FAI
Ogni tanto, nelle giornate di vento, scendeva fino al lago e passava ore e guardarlo, giacché, disegnato sull’acqua, gli pareva di vedere l’inspiegabile spettacolo, lieve, che era stata la sua vita.
(Alessandro Baricco)
Una piccola perla dimenticata sulle sponde del lago maggiore questo è oggi Villa Cavallini, il parco è stato in parte recuperato ma per la villa non si è ancora arrivati ad un vero progetto di restauro.
Le prime informazioni di questo luogo si trovano nel catasto austriaco con la data del 1722, il luogo in cui sorge è identificato col nome di Solcietto ed era composto da cinque lotti di terreno.
A quel tempo la dimora era collegata con delle altre ville nei dintorni tramite una strada di mezza costa, la Vecchia Napoleonica, che venne poi sostituita con la strada del Sempione costruita più tardi fra il 1801 e il 1807, appunto per volontà di Napoleone Bonaparte. In quegli anni la proprietà apparteneva alla famiglia Corsino.
Con la creazione del catasto piemontese del 1863 invece la situazione diventò più simile a quella odierna e a fianco dell’edificio si instaurò un giardino e un bosco inglese.
Dopo questa fase la villa divenne proprietà della famiglia Minetti che effettuò la prima ristrutturazione del complesso. Prima del 1870 l’immobile passò a un altro proprietario: Boniforti che in occasione della morte della moglie, avvenuta nel 1885, fece erigere non distante dalla parte rustica della struttura una piccola cappella. Negli anni ottanta, la proprietà passò ai Senatore Cavallini.
La villa è costituita da un sistema architettonico e paesaggistico ed è molto visibile dalle rive del lago per la sua maestosità. Una scalinata congiunge il cancello sulla strada del Sempione e il viale che dalla strada giunge all’edificio, percorre una vasta area allestita come un giardino all’inglese.
Incastonato nella torre neocastellana, si trova lo stemma di famiglia raffigurante un cavallo rampante con il motto: “impavide e constanter”.
Tutta questa magnifica dimora, come dicevamo, diventò proprietà di Gaspare Cavallini. Questi nacque a Meme Lomellina e visse a Tortolo. Si iscrisse a Giurisprudenza all’università di Torino e nel 1848 sposò Luigia Boschi dalla quale ebbe tre figli e nello stesso periodo lasciò la Magistratura e incominciò la carriera politica. Fu eletto per la prima legislatura del parlamento subalpino, e restò deputato anche dopo l’unità d’Italia fino alla nomina a senatore.
L’edificio è stato ristrutturato nel 1907 ad opera dell’architetto Annibale Rigotti. Dopo la morte del senatore Cavallini, nel 1903 passò ai suoi figli, tra cui il primogenito Emilio, creatore delle Terme di Bognanco e selezionatore negli anni ’20 della razza canina Piccolo Levriero Italiano. Nella maggior parte dei cani attuali si trovano ascendenze dell’allevamento “Solcio”.
La sorella Adelaide, ultima erede, nel 1944 lascia la villa colma di mobili pregiati, collezioni di vario genere, trofei cinofili e l’immenso parco con rare specie botaniche, più numerose altre proprietà immobiliari del territorio, appunto, al comune di Lesa, con la clausola che doveva diventare una scuola di agraria e giardinaggio. Per anni l’edificio ospito la scuola e il convitto, negli anni 90 l’istituto venne spostato in un nuovo edificio di cemento armato a fianco e venne lasciato vuoto. Vittima di furti, vandalismo e del lento e inesorabile passaggio del tempo la villa è oramai inutilizzabile, i soffitti stanno crollando ed è oramai pericolante in ceri punti.
Di proprietà del comune è stata inserita tra i luoghi del cuore ed è possibile votarla nello speciale censimento del Fai.