Un notturno (dal francese nocturne) è una composizione musicale ispirata alla notte.La dicitura «notturno» fu per la prima volta impiegata nel XVIII secolo quando stava a indicare un’opera in vari movimenti scritta in forma libera e tipica dell’epoca romantica, con un tempo dolce e moderato. Questo termine musicale designava un tipo di composizione per piccola orchestra, oppure per complessi di soli strumenti a fiato, destinata a essere eseguita di notte nei parchi o nelle corti di principi e di ricchi mecenati, in occasione di feste mondane e durante i banchetti.
Altro significato assunse nell’ ‘800 il termine Notturno descrivendo piccoli pezzi di musica per canto a due o tre voci, di carattere analogo a quello della romanza: tali i notturni di Felice Blangini e di Bonifazio Asioli. Lo stesso Verdi scrisse un Notturno a 3 voci (soprano, tenore, basso) con flauto obbligato.
Il Notturno indicò poi, in modo generico, una forma di composizione per lo più pianistica di carattere delicato e patetico, e però di movimento lento, in cui la sensibilità sognante dell’anima romantica trovò una delle sue espressioni più commosse. Non obbedisce a una forma precisa prestabilita, né per esso è prescritto un determinato giro tonale e nemmeno vi sono indicazioni speciali di misure e di tempo: forma di libera ispirazione, ove la espressione musicale può fiorire spontanea e senza incitamenti esteriori.
Questi scatti sono i miei notturni “fotografici”: piccole composizioni scattate in dolci serate d’estate, tra il vento caldo, il profumo di fiori e di erba appena tagliata, oppure vagando di notte con la mia macchina fotografica tra le strade di città italiane, ammirando le luci che le impreziosiscono.
Osservateli, quindi chiudete gli occhi e immaginate di essere lì anche Voi, con una musica dolce che Vi accompagna i pensieri.