Ogni tanto c’è una luce bella.
Che fa riflessi su tutte le cose: cielo, occhi, finestre.
Il tempo sorride e le persone s’innamorano.
(Fabrizio Caramagna)

Ogni tanto accade, sì. Ti trovi in un luogo dimenticato dal tempo, dove ogni dettaglio racconta storie di vite passate, di momenti lontani e silenziosi. E poi c’è lei, quella luce che filtra da una finestra rotta o si insinua tra le crepe di un muro. Una luce che trasforma l’ordinario in straordinario, che dona al posto un’anima nuova, rendendolo magico, unico, irripetibile. È quella luce che ti spinge a fermarti, a contemplare, a scattare una foto per immortalare l’incanto di quell’istante.
E sì, è un po’ come quando incontri certe persone. Non sai perché, ma ti colpiscono, ti catturano. Hanno qualcosa che brilla, che affascina, che ti fa desiderare di conoscerle meglio. Ma poi, col passare del tempo, la luce si affievolisce, si spegne, e ciò che resta è la loro vera essenza. A volte è deludente, a volte è diversa da ciò che pensavi, ma è reale. E in quel momento capisci che non era il luogo o la persona a essere speciale, ma quella luce, quell’energia unica che, per un attimo, li aveva resi indimenticabili.














Da sempre sono appassionata di chiese e strutture religiose abbandonate, in questo articolo vi racconto perchè: