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Non ti scordar di me – IL CIMITERO DI CASTEL’APERTOLE
Non ti scordar di me – IL CIMITERO DI CASTEL’APERTOLE

Non ti scordar di me – IL CIMITERO DI CASTEL’APERTOLE

Scusate la polvere – Excuse my dust
(Epitaffio sulla tomba di Dorothy Parker)

Il Cimitero di Castel’Arpertole è avvolto da un’aura di mistero e leggende che affascinano e incuriosiscono. La sua peculiare forma circolare, situata come un’isola tra le risaie, ha dato origine a numerose ipotesi, alcune delle quali legate al mondo esoterico. Si dice che la struttura rotonda fosse concepita per respingere gli spiriti maligni, impedendo loro di impossessarsi delle anime dei defunti. Il mistero si infittisce ulteriormente con il racconto del suo abbandono e della sua sconsacrazione, avvenuti nei primi anni del Novecento, vicende che rimangono ancora oggi avvolte nell’ombra.

Raggiungere questo luogo enigmatico è piuttosto semplice: basta percorrere un breve sentiero di terra che si snoda attraverso l’acqua e conduce a un cancello sempre aperto. Una volta varcata la soglia, si viene avvolti da una sensazione insolita. Le scarpe affondano nella terra umida, creando l’impressione di attraversare una distesa marina fino a raggiungere un’isola, un rifugio solitario che sembra custodire con affetto la memoria dei suoi antenati.

All’interno, l’atmosfera è austera e malinconica. Poche lapidi rimangono ancora al loro posto, in fondo una piccola cappella, situata di fronte all’ingresso, accoglie frammenti di monumenti funebri e lapidi spezzate. Questo luogo non evoca paura o timore, ma piuttosto un senso di meraviglia. È come se, tra le pietre e il silenzio, si percepisse la sorpresa di un’inaspettata visita, quasi un muto dialogo tra passato e presente, tra vivi e defunti.

Si scopre così un’altra faccia di questo luogo, una che pochi considerano e che ho avuto il piacere di scoprire in una luminosa giornata primaverile. Il sole splendeva alto nel cielo, riscaldando dolcemente l’aria e illuminando quel piccolo angolo di mondo. I fiori di non ti scordar di me, con il loro tenue colore azzurro, ricoprivano le tombe, donando un aspetto delicato e quasi poetico al cimitero.

È un luogo che invita a riflettere sulla vita e sulla morte, sulla memoria e sull’oblio, sulla paura e sulla bellezza. Un luogo che, sotto il caldo sole primaverile, si rivela per ciò che davvero è: uno spazio di pace, dove la natura e il tempo si incontrano, e dove l’uomo può riscoprire una connessione profonda con ciò che è stato e con ciò che sarà.

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