Costruirò un’automobile per le moltitudini. Sarà abbastanza grande da poter essere usata da un’intera famiglia e abbastanza piccola da essere guidata e curata da una sola persona. Sarà costruita con i migliori materiali, dagli operai migliori e con le tecniche più semplici che l’ingegneria moderna possa escogitare… Costerà tanto poco che chiunque abbia un buon salario se la potrà permettere.
(Henry Ford)
Spero di non sbagliarmi, ma quella che ho visto oggi abbandonata in un garage sembra proprio una Bianchina!
Ho letto che il suo vero nome era Berlina 110 B, e solo successivamente fu chiamata Bianchina, diventando celebre come berlina convertibile o trasformabile. Le prime cinquanta vetture, assemblate fuori dalla catena di montaggio e identificate come «preserie», furono costruite tra luglio e settembre del 1957. Queste auto erano destinate ai Saloni di Torino e Parigi, al museo della scienza, alle foto pubblicitarie e ai concessionari Autobianchi per l’esposizione, con un motore di soli 13 CV.
Nei primi mesi di vendita, le consegne superarono persino quelle della più economica “Nuova 500”, nonostante il prezzo di listino fosse di 565.000 lire, oltre il 15% in più. La “milanesità” del veicolo, l’aura di lusso derivata dal marchio Bianchi, e la rateizzazione in 30 mensilità furono probabilmente decisivi per il successo.
Visto il buon riscontro, Autobianchi decise di ampliare la gamma e migliorare le caratteristiche: venne prodotta la 4 posti, la cabriolet, la panoramica e il furgoncino, che credo sia proprio quello delle mie fotografie!