Una donna dovrebbe essere due cose: chi e cosa vuole.
(Coco Chanel)
Il termine ‘Ntuppatedde deriva dal siciliano “tuppa” che indica la membrana che chiude il guscio delle chiocciole, evocando l’idea di qualcosa che si nasconde., di celato e protetto alla vista di tutti. Con questa interpretazione è nata la tradizione delle ‘Ntuppatedde a Catania e fa riferimento alle donne che si travestivano e nascondevano il viso per non svelare la propria identità durante i giorni della festa di Sant’Agata. Queste figure enigmatiche, che un tempo solcavano le strade catanesi nei pomeriggi del 4 e 5 febbraio, erano donne, avvolte in grandi mantelli, il volto completamente celato per preservare l’anonimato. Accettavano dolci e regali da corteggiatori occasionali, ma senza mai rivelare la propria identità, mantenendosi nascoste e lascando liberi alla vista solo gli occhi.
Nella Sicilia di quel tempo, che dava ogni potere decisionale al padre o al marito, la donna aveva poche occasioni di svago e divertimento e questa era una di quelle: potevano uscire con il vestito più bello per affermare la propria libertà e i propri diritti, libere dal controllo maschile. Erano nascoste ma con i loro occhi, erano libere di guardare, ammiccare e sedurre e non c’era distinzione fra di loro: erano nubili, sposate, signore e popolane.
Questa tradizione venne però abbandonata nel 1868 per ragioni morali e di sicurezza. Ma nel 2013, questa tradizione è stata ripresa, in modo religioso e festoso dall’artista e performer Elena Rosa. È così, negli ultimi anni, le ‘Ntuppatedde sono ritornate per le vie di Catania, danzando in città con rossi fiori in mano, simboleggianti la loro rinascita e la loro libertà.
La figura delle ‘Ntuppatedde si collega a Sant’Agata per il fatto che esse vogliono una rivendicazione di libertà e l’emancipazione femminile dal controllo maschile così come Agata aveva protetto il suo diritto di dire di no a Quinziano che la voleva legare a sè violentemente ed era morta per difendere la sua libertà.
Queste performer propongono un modo per sentirsi libere dalle costrizioni maschili. Vogliono essere lo sprone per la donne dei nostri giorni, ad essere madri, mogli, figlie libere. La nostra Santa coniuga tradizione e innovazione, sacro e profano.
Le Ntuppatedde escono il 3 mattino all’improvviso, nessuno sa bene dove, come e quando le ho incrociate per caso mentre seguivo le candelore e sono corsa per i vicoli di Catania intorno al duomo con loro. Sono una ventata di gioia, libertà e passione.
Per il mio viaggio avevo un’attrezzatura fotografica leggera: una Fotocamera Canon EOS R7 e il sigma art 24/70 2.8, ho scattato con priorità di tempo visto la velocità e ho scelto il bianco e nero per questa serie di scatti. Buona visione
Ma in questo caso il volto è visibile, quindi sono riconoscibili. Rivisitazione in chiave moderna… 😉
Complimenti Lorena, sia per l’articolo molto ben descritto che per le fotografie.
La scelta del bianco e nero da’ maggior risalto alla storia con un tocco di “mistero”.
Bellissimo reportage🔝🔝🔝🔝