STORIA DELLA DIMORA ABBANDONATA DI UN PITTORE
La pittura è una professione da cieco:
uno non dipinge ciò che vede, ma ciò che sente,
ciò che dice a se stesso riguardo a ciò che ha visto.
(Pablo Picasso)
Puoi ascoltare la storia di questo luogo qui: https://www.loquis.com/it/loquis/2857606/La+stanza+rossa
Come diceva Picasso uno non dipinge ciò che vede ma ciò che sente, ciò che dice a se stesso riguardo a ciò che ha visto… la stessa cosa la fa chi scrive, non sempre racconta completamente la verità. Lo scrittore nei suoi racconti aggiunge le sue emozioni, il suo vissuto, quello che sentiva nel suo cuore quando scriveva quelle pagine.
Io in questa villa ho sentito passione e malinconia, ho ritrovato la sua storia ma non so se qualcosa l’ho letto davvero o qualcosa me lo sono solo immaginato.
In questa dimora abbandonata un baldacchino rosso domina la stanza da letto padronale, forse il rifugio segreto per un amore segreto forse solo il capriccio dell’artista che abitava qui.
Questo è il segno distintivo di questa casa, insolito e bizzarro per una villa di campagna.
Anche le tende sono color rosso , il pavimento invece oramai è ricoperto di foglie secche che sono volate dentro leggere come il vento che è stato l’unico in questi anni ad attraversare queste stanze e a mantenerle vive dopo che sono state depredate e vandalizzate dai ladri.
Nella cucina è rimasto il tavolo apparecchiato, i bicchieri pieni di polvere e le bottiglie di amaro come il gusto che ti rimane in bocca usciti da questo luogo che doveva essere una piccola bomboniera ma che ora grazie a chissà chi è distrutto.
I libri sono sparsi ovunque: nelle camere, in cucina, nelle stanze del seminterrato dove il proprietario si richiudeva a dipingere in solitudine e pace, lontano dal rumore di questo mondo sempre più caotico.
Aveva consacrato l’intera vita all’arte, dipingeva e passeggiava nei dintorni di in questo luogo sperso tra i campi della pianura padana.
Nei suoi itinerari a piedi raccoglieva sassi, pezzi di tronco e assi e le usava per le sue opere, leggeva e dipingeva, solo il sole scandiva le sue giornate. Gli amici passavano a trovarlo, abbiamo trovato un messaggio scritto nell’angolo di un giornale di un vecchio appuntamento. Chissà se si sedevano tutti insieme nel giardino all’ombra degli alberi, tra i tulipani gialli meravigliosi che continuano a fiorire ancora oggi e che ci hanno accolti quando siamo arrivati fin qui.
Le opere dell’artiste erano conosciute, erano esposte in molte gallerie d’arte, hanno vinto dei premi ma lui è sempre rimasto affezionato a questo piccolo paradiso e intanto inesorabile come per tutti è arrivata la vecchiaia e la morte.
Sono quasi quindici anni che qui non abita più nessuno, nessuno dorme in questo imponente letto rosso, nessuno lascia più la sua traccia con i pennelli su quelle vecchie assi.
I colori nei tubetti si sono pietrificati, i pennelli sono pieni di ragnatele
Tutto tace ora qui intorno e noi possiamo solo immaginare la tranquillità che deve aver assaporato chi ha abitato qui per anni,
chissà se i suoi quadri raccontavano tutto questo suo piccolo mondo incantato…